domenica 25 giugno 2017

Interview: Ivano Gnoni si racconta ai pipistrelli del Salento

Uno sguardo, oltre. Una lente, oltre. Interporre una lente tra chi osserva e l'oggetto dell'osservazione non è solo la trovata geniale di un fotografo di grande sensibilità e bravura, qual è Ivano Gnoni, ma è la denuncia di qualcosa di più profondo. Concentrare la vista su ciò che sfugge è l'innesco perfetto per un pensiero complesso, che combina bellezza e riflessione. La bellezza del tempo lento, della suggestione dei contorni sfumati, dei gesti semplici, come quello di alzare all'occhio una lente. La riflessione su ciò che si vede attraverso, dai colori delle vele di uno sport estremo, bellissimo, pulito e spesso contrastato, il kitesurf, che sa giocarsi del vento salentino per farne un amico fidato, alla sagoma grigia delle bocche fumanti della contrada di Cerano. Un invito a vedere le cose con lente-zza, a veder meno, a veder meglio.

Eliana Augusti





Un'idea semplice, ma assolutamente geniale. Una firma. È stata quella lente, forse, e non solo, il valore aggiunto che ha permesso a Ivano Gnoni, salentino, classe 1976, di guadagnarsi il podio di questa prima edizione del contest fotografico "One Shot Kitesurfing in Salento". Un bellissimo primo posto,  che celebriamo così, con un'intervista, per conoscere meglio Ivano e il suo mondo, così "affine" al nostro.  

SB: Chi è, in pochissime battute, Ivano Gnoni?

IVANO: Ivano Gnoni, è un sognatore della classe 1976. Ingegnere informatico per professione e fotoamatore per passione. Mi sono avvicinato alla fotografia per caso nel 2011 e da quel momento è diventata una delle mie passioni insieme alla musica, all'informatica e agli sport velici (windsurf e kitesurf).


SB: Cos’è per te la fotografia?

IVANO: Per me la fotografia è tante cose. In primis è linguaggio, una forma di espressione, un modo di dire le cose senza dirle.
            La fotografia è 'pretesto', il pretesto per spegnere il Mac e uscire dalle mura di casa per respirare, caminare e guardare il mondo, il paesaggio, cercando di catturarlo con la 'fotomacchina'.
            La fotografia è incontro, di personalità 'affini' con le quali condividere una sessione fotografica, una considerazione su una fotografia, una considerazione tecnica, e molto altro.
           

SB: Conoscevi già il Kitesurf?

IVANO: Naturalmente si. Lo conosco da quando venivano fatti i primi esperimenti e prototipi alle Hawaii. Un amico windsurfista, tornò dalle Hawaii raccontandomi che da 'quelle parti' stavano provando a usare aquiloni come forza motrice per delle tavole da surf. Da li a poco anche le nostre spiagge si sarebbero riempite di ali colorate. A 12 anni, spinto da mio padre, windsurfista ancora praticante ho imparato a fare windsurf e lo pratico ancora saltuariamente). Quando il kitesurf arrivò dalle nostre parti molti dei miei amici migrarono al kite e alla fine (dopo un bel po di anni) ho finito per volerlo provare anche io e nel 2012 ho fatto un corso e avuto l'ebrezza di planare. Purtoppo ho abbandonato subito perchè in me è stato più forte il 'pretesto' della fotografia che saturava il mio tempo e le mie energie. La considero, unitamente al windsurf, qualcosa di latente in me, pronta a risvegliarsi in qualsiasi momento.


SB: Che rapporto hai col mare? E col vento?

IVANO: Il mare: il mio rapporto con il mare e con l'acqua è un rapporto ancestrale e viscerale. Ho la fortuna di essere nato ed abitare in una terra stupenda circondata da acqua. Nel corso degli anni tante cose mi portano al cospetto di questo fratello blu: il windsurf, la fotografia, una passeggiata, un giro in macchina senza meta e senza metà!
            Il vento: è l'altra componente importantissima, specie se, come me, sei attratto da sport velici che lo usano come forza motrice. Anche il vento, stranamente, torna sempre nella mia vita, essendo appassionato di fotografia notturna ed astronomica, finisco per guardare il meteo, e spesso sperare nella Tramontana, anche la sera, anche quando non devo uscire 'a vela'. Mi è capitato più volte di riflettere sul fatto di quanto sia vicino pianificare una uscita 'a vela' e una serata di scatti notturni, le considerazioni e quello che vorresti spesso si assomiglia.


SB: Ionio o Adriatico?

IVANO: Mediterraneo, il mare non ha confini. Se chiedi a un salentino dove finisca uno e dove inizi l'altro sentirai risposte molto diverse e spesso errate. Parlando fotograficamente, a grandi linee, direi la mattina l'Adriatico e il pomeriggio lo Ionio (se si tratta di fare albe e tramonti, quindi lavorare sui colori e sul crepuscolo, condizione di luce che adoro!). Direi anche l'esatto contrario (per evitare il controluce) se devo fare qualche altro genere. Ma sono delle distinzioni che trovano il tempo che trovano. Piuttosto ci sono dei luoghi magici in cui mi piace spesso tornare in orari e periodi dell'anno diversi: la Strea a Porto Cesareo, gli Archi di Santa Cesarea Terme (io li chiamo 'Atlantide'), Sant'Andrea, la Poesia, la Montagna spaccata, li Foggi a Gallipoli, sono tanti...


SB: Mare e sport acquatici. Come miglioreresti la nostra costa?

IVANO: Discorso complesso. Potrei dire anche qualcosa di impopolare. A me piacciono i luoghi selvaggi e possibilmente anche privi dell'inquinamento luminoso. Bisognerebbe trovare il giusto compromesso per garantire luoghi liberi ed accessibili e garantire all'industria del turismo delle opportunità che non si traducano in certe storture che spesso in agosto siamo costretti a subire. La sera sarebbe bello andare in spiaggia e godersi il buio e il suono delle onde, spesso invece, nelle sere di estate, ci accompagna tanto inquinamento luminoso e musica, molto spesso, dal gusto discutibile. Provate a farvi una passeggiata ad agosto in prossimità dei lidi di Gallipoli...
            Riguardo gli sport acquatici è molto bello che ci sia tanto interesse dei confronti del kite, ci sono tante kitezone, tanta gente che lo pratica e altrettanta che vorrebbe imparare. Questo contest mi ha dato l'opportunità di riscoprire certi posti e certi contesti. Io auspico anche un ritorno al windsurf. Ci vorrebbero meno scuole calcio e più scuole di windsurf, kitesurf, surf da onda e vela. Magari anche qualche porticciolo turistico a basso costo o gratuito, come avviene in Grecia. Il Salento dovrebbe sfornare campioni di kitesurf e velisti...


SB: Perché mettersi in gioco con un contest fotografico?

IVANO: In generale non mi piace la competizione, specie se si tratta di materie di natura artistica. Poi è arrivato questo contest che si è incastrato benissimo con quello che sto scattando in questo periodo e quindi ho pensato che valesse la pena provarci. Ero fortemente determinato a vincerlo. de Gregori nel brano Cardiologia recita: 'che si gioca per vincere e non si gioca per partecipare' e io ho voluto fare mio questo 'motto'.


SB: Come hai vissuto le ultime fasi di questo Contest? E la proclamazione?

IVANO: Beh, devo dire che i giorni in cui bisognava votare sono stati piuttosto concitati. Li ho vissuti con un sano spirito di agonismo. Avevo un avversario molto forte con il quale in momenti alterni negli ultimi giorni ci contendevamo la prima posizione. Tutti e due eravamo determinati a vincere. Lui era in testa, e io lo raggiongevo, e poi viceversa, così per qualche giorno. L'ultimo giorno sono stato molto in apprensione, nonostante avessi gia un bel vantaggio durante la giornata. Temevo una rimonta nelle ore serali, alle quali mi ero abituato, ma ho tenuto testa! Il giorno della proclamazione è stato un bel momento perchè ho avuto la possibilità di conoscere di persona lo staff di SalentoBats e gli altri partecipanti del contest.
           

SB: Il tuo scatto ha conquistato il primo posto. Originale, personalissimo, intenso. Ce lo racconti?


IVANO: A inizio anno avevo iniziato a fare ed a raccogliere un po di scatti che raccontassero il windsurf qui nella nostra terra. Nelle giornate di scirocco ho fatto un po di uscite fotografiche a Porto Cesareo e oltre al windsurf ho iniziato a fare delle foto ai kiters. Impossibile non notarli. Oramai è lo sport acquatico che va per la maggiore dalle nostre parti. Non sapevo precisamente che tipo di scatti volevo fare, volevo fare qualcosa di diverso, uscire dai canoni della fotografia sportiva. Da un momento di forte crisi espressiva è nata l'idea di utilizzare una lente che avevo con me da un po e che stavo utilizzavo in altri scatti per un altro progetto al quale sto lavorando. Ho voluto provare a vedere cosa succedeva e le foto che venivano fuori mi convincevano e mi sembravano interessanti. Così ho deciso di sviluppare l'idea e da una selezione di tanti scatti fatti in un po di uscite tra Ionio e Adriatico ho deciso di scegliere quella che poi ho proposto al contest. Diciamo che in qualche modo ho fatto di necessità virtù. Ed è andata, è andata bene!


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