martedì 27 agosto 2019

Intervista da podio. La parola a Danilo Dom Calogiuri

Vincitore della terza edizione del Contest Fotografico "ONE SHOT Kite&Surfing in SALENTO"





In Italia non ci sono onde? Ma ne siete sicuri? Lo scatto di Danilo Dom Calogiuri non solo ci ha dimostrato che invece le onde esistono eccome, ma che sono in Salento e se si è particolarmente bravi si riesce anche ad immortalarle in tutta la loro spettacolarità.


La terza edizione del Contest fotografico più atteso del Salento, il One Shot Kite&Surfing in Salento, si è conclusa lo scorso luglio. Una super Giuria, che ha contato nomi del calibro di Francesca Bagnoli, Cosmo Laera, Federico Patrocinio, David Ingiosi e Vincent Bergeron, ha decretato un podio eccezionale. A vedersi riconosciuto il primo premio è stato lo scatto dal titolo "Ma in Italia non ci sono le onde", realizzato da Danilo Dom Calogiuri nel Febbraio di quest'anno. 

Abbiamo incontrato Danilo, e gli abbiamo chiesto di rispondere a qualche domanda, per conoscerlo meglio. Ladies and Gentlemen, in piena tradizione Salento Bats, eccovi l'intervista al Vincitore del nostro Contest.


SB: Chi è Danilo Calogiuri? Parlaci un po' di te. E poi, cos'è per te la fotografia?

DC: Danilo o Dom? Sono due facce della stessa medaglia, Danilo è la parte più razionale, che fa scelte e affronta le situazioni ponderatamente; Dom è un personaggio estremamente complesso, dinamico e sempre pronto a catapultarsi al centro dell’azione! 

Danilo “Dom” Calogiuri, classe ’82, ha sempre visto la fotografia come una compagna di viaggio, un’amica di lunga data pronta a condurlo su sentieri sempre nuovi e inesplorati alla scoperta tanto del mondo quanto di se stesso. 
Comincio la mia carriera da fotografo e videomaker nel 2003, come sottufficiale dell’esercito realizzando reportage in missioni all’estero tra cui Afghanistan e Balcani, cercando di raccontare, più che documentare, luoghi, scene e situazioni a cui delle semplici parole non avrebbero potuto rendere giustizia. 


La mia voglia di “esserci”, oltre che di raccontare, mi ha convinto a lasciare il Ministero della difesa per raggiungere luoghi in momenti storici importanti come la Siria, Gaza, Ucraina, Uganda. È grazie a queste esperienze profonde, intime e complesse che ho intuito quale sarebbe stata per sempre la mia strada. 


Ho sempre cercato di tenere divisa la mia passione per la fotografia dalla fotografia commerciale, infatti nel cuore di Dom batte un cuore fatto di onde, salsedine e adrenalina, per questo ho deciso di unire la mia vocazione da fotografo al mio più grande amore di sempre: il surf. Ho cercato quindi di non uscire più dall’acqua e mi sono specializzato definitivamente in fotografia sportiva e d’azione, con un occhio di riguardo per le riprese acquatiche, prediligendo tutto ciò che mi permette di viaggiare e tuffarmi in mari e oceani sempre nuovi.

Un progetto estremamente importante a livello personale e professionale, che ha preso vita plasmandosi nel corso degli anni, è Our God is a Surfer; si tratta di una ricerca personale cominciata nel lontano 2010, uno studio tuttora in corso sui surfisti israeliani e palestinesi in cui mette completamente a nudo il modo di vivere e interpretare il surf. 
Questa iniziativa dalle immagini suggestive e romantiche punta a mostrare quanto, nonostante la differenza tra il nostro mondo e quello di chi vive in una zona di guerra sia abissale, gli occhi e l’animo di chi vive attendendo soltanto la prossima onda siano fondamentalmente gli stessi, sempre.

SB: Come nasce uno scatto da podio? 

DC: Di sicuro non da un giorno ad un altro e non per caso, per realizzare la fotografia con la quale ho vinto il contest ci avrò messo più o meno 20 anni, e probabilmente in tutti questi anni tra migliaia di scatti posso dire di aver realizzato al massimo qualche decina di fotografie, di quelle vere intendo! 

Nello specifico di questa fotografia, ho cercato di raccontare i luoghi, i colori, l’ossessione dei surfisti e la mia verso la condizione perfetta del mare, e per finire l’azione! 

Per fotografare il surf non è sufficiente che un surfista mi mandi un messaggio indicandomi la location dove andrà a surfare, ma bisogna conoscere i surfisti, il loro stile, studiare le previsioni quindi individuare il migliore spot all’orario giusto per la luce perfetta! 
Una fotografia non è mai frutto di un lavoro superficiale, bisogna conoscere davvero, sempre, quello che si sta cercando di fotografare, i ritmi, le abitudini. È quasi come se fosse un assessione. 

SB: Ionio o Adriatico?
DC: Se parliamo di onde, le condizioni epiche su Adriatico sono molto più rare, per questo forse le aspetto con più trepidazione! Poi ovvio che la frequenza e la qualità sullo ionio sono nettamente superiori.
Se invece parliamo di fotografia anche in questo caso dipende dalle condizioni, i colori dell’Adriatico però sono i miei preferiti ma anche lo ionio ha il suo perché! Di sicuro il tramonto è emozionante, ma è per tutti, l’alba invece devi scegliere di vederla! 



SB: Com'è o come dovrebbe essere il tuo spot ideale in Salento? Surf o kite? 


DC: Diciamo che in entrambi i casi gli spot ideali in Salento ci sono già, bisogna solo cercarli, muoversi un pochino e non fossilizzarsi sempre sui soliti! Sceglierli con criterio secondo le previsioni  e secondo le proprie possibilità/capacità e soprattutto rispettare chi questi spot li frequenta da molto prima di noi!